Ci sono luoghi che raccontano una storia, dove natura e cultura convivono, riproducendo uno spaccato non solo del territorio ma della storia stessa degli uomini.
Voi siete nel ”Parco dei Manieri”, nel Bosco di Marchione, possedimento, un tempo, dei Conti d’Acquaviva d’Aragona.
Il restauro ha dato volto originario a questo Maniero, Dimora Storica del XVII secolo.
Gli Acquaviva d’Aragona oltre al Castello di Conversano si servivano di due Manieri periferici: il cosiddetto Castello di Marchione, di estensione ridotta perché utilizzato come residenza di caccia, ed il Maniero del quale voi siete ospiti costituiva il vero centro economico e commerciale della zona storica.
Esso è dotato di tre navate a forma di ferro di cavallo adibite ora a sale di ricevimento denominate rispettivamente: Sala Verdi, Sala Puccini e Sala Vivaldi, al centro delle quali si trova la Grande Corte, attualmente Gran Salone dei Cristalli.
Sulla maestosa aia, testimone di grandi traffici e di lavori agricoli, sorge una Chiesa (chiamata “Cappella dell’Angelo”) i cui dipinti e l’arredo sono stati recuperati e restaurati, un palmento, che racconta gli antichi mestieri del passato, il fondaco, che serviva per la compra-vendita dei prodotti della masseria ora adibito a bar e sala da thè e l’antico forno, che soddisfaceva non solo i bisogni dei residenti ma anche degli abitanti del circondario. Si racconta che molti contadini, alle prime luci dell’alba, un tempo, portassero una pignata contenente dei cereali, che veniva ritirata, dopo la cottura, alla fine della giornata di lavoro.
Gli appartamenti ai piani superiori, dove oggi si accede con ascensore, venivano occupati dai “Signori” ed attualmente sono sede di lussuose suite con servizi ultramoderni.
Di rilievo è pure l’esistenza di una grande neviera scavata nella roccia, che costituiva una rara e copiosa risorsa del territorio, successivamente trasformata in una cisterna per la raccolta delle preziose acque piovane, che rendeva autonomo, sotto il profilo dell’approvvigionamento idrico, il complesso storico.
Nell’area ora adibita a centro benessere sorgevano delle costruzioni adibite al ricovero dei suini e dei bovini nonché di volatili ed animali da cortile, prospiciente la grande piscina vi erano le varie stalle ora adibite a ricettività alberghiera.
Intorno all’edificio possono scorgersi segni tangibili di pascoli che cingevano l’abitato.
La Masseria sembrerebbe rappresentare un mondo a sé, ma in realtà è proprio qui che scorre la storia a ritroso in uno scrigno di lavoro e di cultura.
La costruzione di questa dimora è interamente in pietra: edificata su una terra benedetta di Dio, che ha sempre fornito ai suoi figli il pane quotidiano, fra il panorama ondulato degli ulivi e la parte boschiva a sostentamento degli animali, la pietra del complesso, per chi la sappia osservare, troneggia e brilla assumendo colori particolari sia che venga irradiata dal sole sia che venga illuminata dalla luce della luna e delle stelle, assumendo un aspetto surreale dove storia e magia si confondono, ponendoci di fronte ad un’opera d’arte bellissima, arcana, dipinta quasi da un genio senza nome.
Ma oltre che di fronte ad un’opera d’arte noi ci troviamo anche al cospetto di un museo geologico, dove, da secoli, il lavoro degli uomini ha prodotto sempre nuove risorse, le coltivazioni sono progredite, la cultura dell’allevamento e della cura del bestiame e dei suoi prodotti ha costituito una importante risorsa per il territorio ed una ricchezza umana senza pari.
Benvenuti nel Parco dei Manieri: qui Voi non siete ospiti, ma siete a casa!